Le tombe della necropoli

La maggior parte delle tombe rinvenute è formata da una cella a uno o due piani, solitamente quadrata, alla quale spesso veniva addossato un recinto. Le celle potevano essere coperte con volte a botte o con un terrazzo piatto, mentre le facciate in mattoni erano movimentate da timpani triangolari ed elementi in travertino.

Spesso sulla facciata si possono leggere iscrizioni in latino o in greco che riportano il nome del proprietario, le dimensioni della tomba, le disposizioni testamentarie e le norme d’uso del sepolcro. Queste informazioni permettono di ricostruire la società di Portus, formata da un ceto medio di commercianti, liberti (schiavi liberati) e piccoli imprenditori. Le attività svolte dai defunti in vita venivano spesso rappresentate su mattoni posti ai lati delle iscrizioni; ad esempio si può vedere l’ostetrica che assiste al parto, il chirurgo nell’atto di operare, il fabbro nella sua officina, il commerciante di grano, ecc. Queste vivaci rappresentazioni, espressioni di un’arte “popolare”, ci permettono di conoscere la vita quotidiana degli antichi Portuenses.

Mosaico dalla tomba 43, con iscrizione greca “Ode Pausilypos” (=qui cessa ogni affanno)

 

Nella necropoli era presente anche uno strato sociale più povero, che seppelliva i propri morti nelle aree rimaste libere tra una cella e l’altra; si tratta di tombe a cassone, tombe alla cappuccina (con una copertura di tegole a doppio spiovente), sepolture in casse di legno, in anfore o addirittura nella nuda terra.

La necropoli fu scavata negli anni Venti e Trenta del secolo scorso.

Facciata della tomba di T. Claudius Eutychus (t. 78)