L’Anfiteatro

Sulla sommità della collina settentrionale di Roselle sorge l’anfiteatro, noto fin dal Settecento: nel 1774 il canonico Jacopo Boldrini ne riportò alla luce la struttura, pubblicata l’anno successivo da padre Ximenes insieme alla cinta muraria e alla torre medievale sulla collina meridionale.

Le indagini sistematiche della Soprintendenza Toscana iniziarono nel 1959, rivelando anche strutture arcaiche ed ellenistiche sopravvissute allo spianamento preliminare alla costruzione dell’anfiteatro. Sulla base dei rinvenimenti e dell’opus reticulatum, l’edificio è datato all’età giulio-claudia, nell’ambito del programma di monumentalizzazione della città.

L’anfiteatro, posto esattamente sulla sommità della collina nord, è un edificio “a struttura piena”: la cavea poggia su un grande reinterro artificiale sostenuto da due muri di contenimento, di cui quello interno, in opus reticulatum, delimita l’arena. Il terrapieno è interrotto dai quattro corridoi assiali che conducono all’interno. Non esistono sotterranei, ma quattro carceres, piccole stanze voltate allo stesso livello dell’arena. Le superfici in opus reticulatum erano intonacate e probabilmente tinte di rosso scuro; tracce dell’intonaco sono ancora visibili e la colorazione risalta con l’umidità. La struttura, tipica dei primi anfiteatri romani, conferma la datazione ai primi decenni dell’Impero. Lo stato attuale deriva dal restauro del 1963-64, volto a consolidare e proteggere le parti a rischio. Le zone restaurate sono riconoscibili grazie a una linea rossa e alla data incisa nei getti in cemento armato.

Roselle è l’unica città dell’Etruria costiera dotata di un anfiteatro. L’edificio appartiene alla categoria dei piccoli anfiteatri provinciali e manca qualsiasi iscrizione dedicatoria che ne indichi il donatore o l’architetto.

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