La sommità della collina meridionale conserva tracce di occupazione continua dall’età etrusca arcaica a quella ellenistica, con frammenti ancora più antichi di età villanoviana. In epoca romano-imperiale vi fu costruita una grande cisterna sotterranea a pianta rettangolare, divisa in due navate da un pilastro centrale e coperta da una volta oggi in gran parte crollata. Pavimenti e pareti erano rivestiti in cocciopesto impermeabile (opus signinum), materiale lodato da Vitruvio per le sue qualità idrauliche. Poco distante si trovano i resti dell’imboccatura di un pozzo, probabilmente collegato alla cisterna.
Superata la cisterna, si raggiunge un quartiere abitativo ellenistico impostato su terrazze scavate nella roccia e servito da una strada acciottolata. Le case, con muri a secco intonacati e pavimenti in cocciopesto, erano attraversate da una fitta rete di canalizzazioni. Sotto questo livello si conservano strutture arcaico-classiche, tra cui un’abitazione a due vani e forni per la cottura della ceramica, costruiti con piccole pietre e rivestiti internamente d’argilla. L’insieme suggerisce che nell’età arcaica l’area ospitasse un quartiere artigianale, favorito dalla posizione ventilata sul versante settentrionale.