Foro e Terme

Il Foro di Cosa è uno dei più straordinari esempi di piazza repubblicana giunti fino a noi, un luogo che permette di comprendere in modo diretto l’organizzazione politica, religiosa ed economica della colonia romana fin dalla sua fondazione, nel 273 a.C. Situato nella sella tra due alture e facilmente raggiungibile dalle porte principali, il Foro svolgeva funzioni multiple: spazio per il mercato, sede delle assemblee pubbliche e centro della vita amministrativa. Il primo complesso monumentale a essere costruito fu il Comizio/Curia, dove i cittadini si riunivano per le votazioni e i magistrati svolgevano le loro attività. Nel II secolo a.C., il Foro fu oggetto di una profonda trasformazione: vennero aggiunti portici con botteghe, un triplo arco d’ingresso e una nuova area per il mercato del pesce, segno della crescente prosperità commerciale della colonia.

Sul lato nord-est del Foro si innalzava la Basilica, costruita intorno al 140 a.C. e considerata la più antica attestata in una colonia romana. L’edificio, suddiviso in una grande navata centrale con colonne e un tribunale posto sul fondo, ospitava attività giudiziarie, assemblee e transazioni di grande importanza. Sotto la basilica si conservano due grandi cisterne, una delle quali risalente alla fondazione della città. A metà del I secolo d.C., dopo un terremoto, la Basilica fu trasformata in un Odeon, probabilmente su iniziativa di Nerone. Accanto alla Curia venne poi ricavato un Mitreo, testimone della diffusione dei culti orientali. Completano il complesso pubblico una solida struttura identificata come Carcer, forse adibita a prigione, e i resti del Tempio D o della Concordia, che rafforzavano il carattere istituzionale della piazza.

Il complesso termale di Cosa, situato a nord-ovest del Foro, rappresenta una delle testimonianze più significative dell’organizzazione urbana e della vita sociale della colonia in epoca romana. Le terme erano attive già dalla tarda Repubblica e raggiunsero il massimo splendore in età imperiale, soprattutto tra il periodo augusteo e quello antonino. La struttura sfruttava sapientemente la pendenza naturale del terreno e si integrava con il sistema idrico della città, alimentato principalmente dalla Grande Cisterna Pubblica del Foro. Un cunicolo sotterraneo convogliava infatti l’acqua fino agli ambienti termali, garantendo un approvvigionamento costante e sicuro.

Il percorso delle terme seguiva lo schema tipico romano: si passava dal frigidarium, la sala dei bagni freddi, al tepidarium, ambiente tiepido che preparava il corpo alla temperatura più elevata del calidarium. Erano presenti inoltre spogliatoi, latrine e spazi destinati agli esercizi fisici. Una delle strutture più imponenti del complesso è un grande muro in opus incertum che sorreggeva una vasca rettangolare sopraelevata, rivestita in cocciopesto, la cui alimentazione continua è ancora oggetto di studio. Il riscaldamento era garantito da un sistema accurato di praefurnium, ipocausto e tubuli in terracotta. Particolarmente significativo è il laconicum, ambiente circolare interpretato come sauna romana: l’ipocausto perfettamente conservato e il pavimento mosaicato testimoniano l’elevato livello tecnico e l’attenzione al comfort tipici della cultura termale.

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