Arce

L’Arce di Cosa, posta sul punto più alto del promontorio di Ansedonia, rappresentava l’antica acropoli della colonia e ne costituiva il cuore religioso e simbolico. Protetta da mura poligonali che ne esaltavano la funzione difensiva, era il luogo in cui politica, fede e identità romana si intrecciavano. L’area ospitava infatti i principali templi della città, tra cui svettava il Capitolium, dedicato alla Triade Capitolina: Giove, Giunone e Minerva. Il tempio, costruito su un alto podio, dominava l’intera colonia e affermava visivamente la presenza e la cultura di Roma in una terra di confine. Una grande cisterna scavata nella roccia garantiva l’approvvigionamento d’acqua per i riti e per gli edifici presenti.

Accanto ad esso sorgevano altri luoghi di culto, come il Tempio della Mater Matuta, divinità italica legata alla luce del mattino e alla protezione della comunità, e l’antecedente Tempio A, probabilmente dedicato a Jupiter. Visitare oggi l’Arce significa immergersi in un paesaggio unico: a ovest il Mar Tirreno e l’Argentario, a est le colline maremmane e la laguna di Orbetello. La fusione tra natura e architettura antica crea un’atmosfera solenne, la stessa che doveva accogliere i coloni romani nei momenti più importanti della loro vita civile e religiosa.

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